Una città stretta tra il mare e le montagne, vicoli che si incrociano incontrando visi a volte un po’ imbronciati, il profumo della focaccia appena sfornata: questa è Genova, la mia città.
Uso il verbo al presente ma in realtà dovrei dire era, perché pochi giorni fa una colata di fango, acqua e detriti si è portata via alcune delle zone più belle e caratteristiche di questa meravigliosa città. E’ come se questo alluvione, l’ennesimo, avesse ancora una volta sbriciolato i cuori già infranti e rattoppati di cittadini, commercianti, turisti. Ogni anno la stessa storia, da che ho memoria i mesi di Ottobre e Novembre qui sono sempre stati vissuti con timore: c’è un giorno in particolare in cui inizi a sentire l’aria troppo calda ed umida per il mese che è, vedi le prime gocce di pioggia ed è un attimo è l’acqua inizia a diventare marrone. La paura ed il silenzio di una città solitamente così rumorosa spaventano tutti. E’ una paura che ormai ci portiamo dentro, una volta passato tutto dobbiamo sempre rimettere i cocci insieme, ci ritroviamo grandi e piccini con gli stivali sporchi di fango e la pala in mano.
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Good Riddance.
F.